Elettricità
- Esistono due stati opposti di elettricità, convenzionalmente definiti negativo e positivo.
- È possibile che due corpi vengano elettrizzati.
- Gli stati elettrici si originano perché gli atomi sono formati da elettroni, caricati negativamente, e da protoni caricati positivamente.
- La corrente elettrica si gehera quando si ha uno spostamento ordinato di elettroni.
- La corrente elettrica viene mantenuta cia una differenza di potenziale.
L0 STATO ELETTRICO DEI CORPI
In tutti questi casi ci troviamo davanti a un particolare tipo di fenomeno: un fenomeno elettrico.
Per poter studiare meglio la faccenda, proponiamo una semplice esperienza: utilizzando due bacchette di plastica e una di vetro; strofinando entrambe le bacchette di plastica con un panno di lana e appendone una a un supporto per mezzo di un filo in modo da costruire un piccolo pendolo.
Quando si avvicina al pendolo laltra bacchetta di plastica si osserva che le due bacchette tendono ad allontanarsi. Si verifica cioè una repulsione.
Strofinando la bacchetta di vetro con la lana e avvicinandola al pendolo di plastica; questa volta si osserverà che le bacchette tendono ad avvicinarsi.
Si è verificata cioè unattrazione. Da questa semplice esperienza si possono trarre alcune importanti conclusioni:
- le varie sostanze, per effetto dello strofinio, acquistano una proprietà che prima non avevano: lo stato elettrico;
- gli stati elettrici che la materia può assumere sono di due tipi: per convenzione i fisici hanno stabilito di chiamare positivo (+) lo stato elettrico acquistato dal vetro e negativo (-) quello acquistato dalla plastica. Più comunemente si dice che il vetro si è caricato positivamente e la plastica negativamente;
- corpi carichi dello stesso segno si respingono e corpi carichi di segno opposto si attraggono.
Ma lo stato elettrico acquistato da un corpo può passare a un altro? E che ne è del panno con il quale si è rispettivamente strofinato la plastica e il vetro?
Prima di rispondere procediamo a un secondo esperimento: si prenda una pallina abbastanza leggera (di sughero o di plastica), si ricopra di carta stagnola e si appenda a mo di pendolino; con la bacchetta di plastica ancora carica si tocchi la pallina: si noterà che, subito dopo il contatto, la pallina viene respinta.
Questo si spiega pensando che lo stato
elettrico negativo della plastica è passato alla pallina e
quindi, essendo dello stesso segno, i due corpi si respingono.
Se adesso si avvicina alla pallina il panno di lana che è
servito a «caricare» la plastica si osserverà che essi si
attirano: questo significa che la pallina, e quindi la plastica,
sono cariche, o hanno una carica, di segno opposto alla lana.
Da questa seconda esperienza si possono trarre allora
altre importanti conclusioni:
- lelettricità può essere trasferita per contatto;
- strofinando tra loro due corpi di materiali diversi essi si caricano di segno opposto.
Quando si manifesta uno stato elettrico, contemporaneamente si manifesta quello di segno opposto.
Attenzione, però! Prima di essere strofinati, gli oggetti dei nostri esperimenti non dimostravano di possedere né elettricità positiva, né elettricità negativa; erano, come si dice, elettricamente neutri.
Allora quale è stata la causa che ha fatto acquistare ad essi elettricità abbandonando lo stato neutro?
Lipotesi più probabile è che ogni corpo abbia in sé cariche positive e negative in numero uguale, tali quindi da compensarsi a vicenda: per questa ragione un corpo, normalmente, non presenta alcuno stato elettrico.
Lo strofinio sarebbe il sistema con il quale si aggiungono o si tolgono al corpo cariche di un dato segno, alterando lequilibrio elettrico naturale e facendo prevalere in esso uno dei due stati elettrici, il positivo o il negativo.
LELETTRICITÀ E IL MODELLO ATOMICO
Per comprendere la natura dei fenomeni elettrici occorre riprendere il discorso sulla struttura dellatomo. Latomo è costituito da cariche elettriche di segno opposto e in uguale quantità in modo che complessivamente abbia carica elettrica nulla, cioè sia neutro.
E stato sperimentalmente dimostrato che ogni atomo è costituito da un nucleo centrale e da un certo numero di elettroni rotanti attorno ad esso. Il nucleo è formato da protoni e neutroni, tenuti assieme da forze di grande intensità ma aventi un brevissimo raggio dazione. I protoni hanno carica elettrica positiva, i neutroni non hanno carica elettrica; la carica degli elettroni è uguale a quella dei protoni, ma ha segno opposto, è cioè negativa.
Se sullatomo non agisce alcuna causa esterna, gli elettroni continuano a ruotare intorno al nucleo senza dar luogo ad alcun fenomeno particolare. In tale condizione si dice appunto che latomo è elettricamente neutro. Se con mezzi adatti si sottraggono agli atomi di un corpo uno o più elettroni, diciamo che il corpo si è elettrizzato positivamente, perché avendo perduto elettroni prevale in esso la carica positiva dei protoni del nucleo; mentre se si aggiungono agli atomi di un corpo uno o più elettroni, diciamo che si è elettrizzato negativamente, perché ha acquistato un numero maggiore di elettroni.
Il mezzo più semplice per aggiungere o per sottrarre elettroni allatomo di un corpo è appunto lo strofinio.
Lelettricità è pertanto un fenomeno che dipende dallo stato delle particelle elettricamente cariche, che costituiscono gli atomi.
Ad esempio, strofinando fa plastica con la lana, alcuni elettroni sono passati alla plastica che si è così caricata negativamente, mentre la lana si è caricata positivamente (avendo ora un eccesso di protoni).
Ma le cose possono anche andare diversamente: lelettrizzazione cioè può avvenire anche senza passaggio di elettroni da un corpo allaltro.
Se un palloncino di gomma elettrizzato negativamente viene posto vicino a un altro palloncino non elettrizzato, le sue cariche negative respingono gli elettroni del secondo palloncino, facendoli allontanare. In tal modo, il secondo palloncino, pur rimanendo nel suo complesso elettricamente neutro, presenta una prevalenza di cariche positive nella regione più vicina al palloncino elettrizzato, di cariche negative nella parte più lontana. Sui due palloncini vengono così a fronteggiarsi cariche di segno opposto; di conseguenza i palloncini si attraggono. Questo tipo di elettrizzazione a distanza tra un corpo carico e uno neutro, che è sempre causa di attrazione mai di repulsione, viene detta elettrizzazione per induzione.
ELETTRICITÀ IN MOVIMENTO
Torniamo un istante allesperienza descritta un partenza: una volta che sia elettrizzata la pallina ricoperta di carta stagnola, si provi a toccarla con le mani; avvicinando poi ad essa la bacchetta di plastica si osserverà che la pallina resta immobile mostrando di aver perduto la sua carica.
Questo non accade invece né al vetro né alla plastica: vetro e plastica conservano a lungo il loro stato elettrico. Tutti i materiali (in particolare i metalli e lo stesso corpo umano), che si comportano come la pallina coperta di stagnola si dicono conduttori; si chiamano invece isolanti quelli che si comportano come il vetro e la plastica.
Gli elettroni che ricoprivano la superficie della pallina passano attraverso il corpo e si disperdono a terra, proprio per la loro capacità di muoversi liberamente sia attraverso la pallina sia attraverso il corpo umano.
Ciò non avviene invece per la plastica e il vetro: solo le cariche a diretto contatto con le dita possono passare attraverso il corpo e disperdersi a terra, le altre restano «intrappolate» e impossibilitate a muoversi.
Tutte le volte che abbiamo a che fare con elettricità in movimento parleremo di corrente elettrica e poiché essa può stabilirsi, con vari meccanismi, attraverso la materia in tutti i suoi diversi stati di aggregazione, e cioè nei solidi, nei liquidi e nei gas, è utile chiarire che cosa causa il movimento delle cariche elettriche, cioè che cosè la differenza di potenziale.
Si dice che un conduttore, preventivamente caricato, si trova a un certo potenziale quando le cariche elettriche depositate su di esso lo possono abbandonare non appena il corpo venga collegato al suolo ("a terra") tramite un altro conduttore: tanto più il corpo è carico tanto più è elevato il suo potenziale.
Analogamente si dice che tra due corpi esiste una differenza di potenziale quando ciascuno di essi si trova a potenziale diverso.
La differenza di potenziale elettrico può essere paragonata alla differenza di livello di un liquido contenuto in recipienti diversi.
Se i due corpi vengono posti a contatto per mezzo di un conduttore, si stabilirà tra di essi una corrente che si estinguerà non appena la carica sia divenuta uguale su ciascun corpo.
Esistono dei corpi conduttori capaci di mantenere ai loro estremi una differenza di potenziale anche quando tali estremi sono collegati da un conduttore: questi corpi vengono detti generatori.
- Supponiamo di stabilire una differenza di potenziale tra due lastre, o meglio tra due elettrodi di metallo, e di interporre tra essi un conduttore (i conduttori hanno la caratteristica che quasi tutti i loro atomi hanno almeno un elettrone molto poco «legato» al nucleo e quindi praticamente libero di muoversi verso lelettrodo positivo. Si avrà così un passaggio di corrente.
- Se tra gli elettrodi si interpone invece un isolante, come il vetro, la porcellana ecc., non vi sarà passaggio di corrente ma un fenomeno, chiamato polarizzazione: gli atomi si «tendono» come elastici ma gli elettroni non riescono ad abbandonare il nucleo.
- Anche un liquido può condurre la corrente. Per provarlo immergiamo gli elettrodi in una bacinella contenente acqua salata. Ricordiamo che le molecole di sale sono composte da un atomo di sodio che ha perso un elettrone (ione positivo) e da uno di cloro, che invece ha un elettrone in più (ione negativo).
- Quando il sale entra in soluzione nellacqua, gli ioni di sodio e di cloro si separano e, poiché sono carichi, migrano verso gli elettrodi di segno opposto al loro, determinando passaggio di corrente elettrica.
LA PILA E IL CIRCUITO ELETTRICO
Fino quasi alla fine del 1700 lunica forma di elettricità che si sapeva ottenere era lelettricità statica, cioè quella che veniva generata per strofinio. Non si era in grado cioè di produrre correnti elettriche durevoli.
Fu Luigi Galvani (1737-1798), professore di anatomia alluniversità di Bologna, ad osservare per primo, durante i suoi studi sulla propagazione degli impulsi nervosi, che quando si toccavano i nervi scoperti di una rana con due metalli diversi - rame e argento oppure zinco e rame - si produceva una piccola scarica che faceva contrarre i muscoli dellanimale.
Questeffetto (detto elettricità animale) venne subito messo in relazione con i diversi metalli impiegati e sfruttato da Alessandro Volta per realizzare uno strumento di grande utilità per gli studi successivi, la pila, per mezzo della quale era possibile produrre una scarica di notevole durata.
Nella pila di Volta vi erano un disco di rame e un disco di zinco, separati da un disco di panno imbevuto in una soluzione acquosa di acido solforico: questi tre dischi ne formavano un elemento. La pila era formata da parecchi di questi elementi appoggiati uno sopra laltro. Alle sue estremità, o poli, vi era da una parte un disco di rame (polo positivo o anodo, +) e dallaltra un disco di zinco (polo negativo o catodo, -).
Il contatto tra i due poli era stabilito mediante due fili di rame attaccati rispettivamente uno allo zinco allestremità inferiore della pila e laltro al rame allestremità superiore.
Quando il circuito veniva "chiuso", si aveva il passaggio continuo di elettricità.
Si determinava cioè la comparsa di una corrente elettrica, che circolava dal polo positivo al polo negativo per ritornare al polo positivo di partenza, dopo avere attraversato linterno della pila.
Mettendo dunque a contatto due metalli diversi si origina elettricità: la pila di Volta era il primo generatore di corrente.
Le comuni pile sono altrettanti generatori di corrente. Esse sono contrassegnate con i segni «più» e «meno» in corrispondenza di due zone, chiamate poli, nelle quali lequilibrio elettrico è stato turbato.
Più precisamente, si sono costretti elettroni a spostarsi da un polo allaltro, così che dove risultano in eccesso prevale la carica negativa, dove ne mancano prevale la carica positiva: i poli hanno potenziale elettrico diverso.
Quando si collegano i poli di una pila con un conduttore, si genera in questo un flusso di elettroni, cioè una corrente elettrica.
Linsieme costituito dal generatore, cioè dalla pila, e dal filo conduttore collegato ai suoi poli si chiama circuito elettrico.
Come in un circuito idraulico lenergia dellacqua è sfruttata per mettere in moto le pale di un mulino o di una turbina, così in un circuito elettrico lenergia degli elettroni in movimento è sfruttata dai cosiddetti apparecchi utilizzatori quali: le comuni lampadine da illuminazione, gli apparecchi riscaldatori, alcuni tipi di motori, gli elettrodomestici.
Opportuni dispositivi, detti interruttori, consentono o meno il passaggio della corrente nel
circuito a seconda della necessità di una sua utilizzazione.
La presenza degli interruttori fa sì che nel circuito si vengano
a determinare due possibili situazioni:
- linterruttore è inserito: i due fili collegano i due poli della pila con le due parti metalliche della lampadina; nel circuito passa la corrente, come viene rivelato dallaccensione della lampadina. In questo caso il circuito si dice chiuso;
- linterruttore è disinserito: il collegamento tra pila e lampadina è interrotto; non passa corrente e la lampadina è spenta. In questo caso il circuito si dice aperto.
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA E SUA MISURA
Abbiamo già osservato il meccanismo di conduzione della corrente nei liquidi a proposito del sale da cucina (NaCl). Ora vogliamo vedere il fenomeno sotto un altro aspetto. Quando lo ione Cl arriva allelettrodo positivo, cede il suo elettrone in più allelettrodo stesso, diventando neutro. Così succede per lo ione Na che, una volta arrivato allelettrodo negativo, riacquista lelettrone che gli mancava diventando anchesso neutro.
Cloro e sodio rimangono dunque depositati intorno al rispettivo elettrodo. Qual è il risultato del passaggio di corrente?
E molto semplice: la molecola di sale NaCI è stata scomposta nei suoi due componenti sodio e cloro che possono essere recuperati agli elettrodi.
Leffetto chimico del passaggio di corrente consiste appunto in questo fenomeno, chiamato elettrolisi.
Un altro effetto della corrente elettrica di notevole importanza per le sue numerose e utili applicazioni è leffetto termico, che consiste nel riscaldamento di un conduttore quando questo viene attraversata dalla corrente.
Infatti gli elettroni in movimento che formano la corrente urtano continuamente gli atomi del conduttore incontrando una resistenza durante il loro moto.
La resistenza elettrica è paragonabile allattrito che si manifesta nella zona di contatto tra due corpi in moto reciproco: come una parte dellenergia posseduta dai due corpi viene inevitabilmente dissipata in calore per vincere lattrito, così una parte dellenergia elettrica che percorre un conduttore viene trasformata in calore.
Spesso, è utile inserire una resistenza in un circuito elettrico, proprio per sfruttare lenergia che gli elettroni, ostacolati nel loro fluire, sono costretti a cedere agli atomi in quel tratto di circuito.
La più comune applicazione di questo effetto è la lampadina a incandescenza, nella quale il riscaldamento prodotto nel filamento a causa del passaggio di corrente è tale da portare il filamento stesso allincandescenza, così che possa emettere luce.
Le applicazioni delleffetto termico della corrente sono tantissime. Il ferro da stiro, che viene normalmente utilizzato nelle nostre case, si riscalda grazie a delle resistenze che appunto sfruttano tale effetto. Lo stesso principio viene utilizzato dall asciugacapelli, dal tostapane e dalla stufa elettrica.
Lultimo effetto della corrente elettrica è quello magnetico: un conduttore percorso da corrente è in grado di influenzare lago di una bussola posta nelle sue vicinanze.
Naturalmente è importante poter misurare lintensità di una
corrente elettrica, cioè il numero
di cariche elettriche (quantità di elettricità) che
nellunità di tempo (in un secondo) passano attraverso la
sezione di un conduttore.
Lunità di misura dellintensità di corrente è lampere (A).
Un ampere è uguale a 6,25
x 1018
elettroni al secondo.
Come si è appreso, in una pila elettrica
vi è un accumulo di elettroni in corrispondenza di uno dei due
poli.
Evidentemente per determinare questo accumulo è stato compiuto
del lavoro: ne consegue che gli elettroni hanno acquistato energia potenziale e il polo ove si trovano è descritto come una zona
ad alto potenziale (+).
Viceversa laltro polo che non ha accumulato elettroni, è
descritto come una zona di basso potenziale (-).
La differenza di potenziale fra i due elettrodi si chiama voltaggio (o tensione). Il voltaggio è una misura dellenergia disponibile per muovere le cariche di un circuito: il voltaggio si misura in volt (V).
E il voltaggio che fa scorrere le cariche in un circuito: più alto è il voltaggio, maggiore è il numero delettroni che può scorrere in un conduttore. Il numero di elettroni che può scorrere in un conduttore può essere paragonato alla quantità dacqua che può scorrere in una tubazione; il voltaggio del conduttore si può paragonare alla pressione dellacqua nella tubazione.
La quantità dacqua che può fluire in una tubazione dipende dalla pressione dellacqua. In simil modo, il numero di elettroni che può fluire in un conduttore dipende dal voltaggio.
Il numero di elettroni che può scorrere in un conduttore dipende anche dalla resistenza. Lunità di misura della resistenza è lohm. Parecchi sono i fattori che influenzano la resistenza di un conduttore:
- la temperatura: quando la temperatura di un conduttore aumenta, aumenta anche là sua resistenza;
- il diametro de/conduttore: quando il diametro del conduttore è maggiore, la sua resistenza diminuisce, proprio come un tubo per lacqua di ampie dimensioni consente un flusso maggiore dacqua rispetto a un tubo di diametro più stretto;
- la lunghezza: maggiore è la lunghezza del conduttore, maggiore è la sua resistenza. Questa maggiore resistenza può essere paragonata allacqua che scorre attraverso un lungo tubo. Lacqua scorre con maggiore difficoltà attraverso un tubo lungo che attraverso un tubo corto;
- la natura del conduttore: gli elettroni scorrono più facilmente attraverso i materiali conduttori che attraverso gli isolanti.
Non tutti i conduttori trasportano la stessa quantità di corrente elettrica. Per esempio, un filo collegato a una stufa elettrica trasporta maggior quantità di corrente di uno collegato a una lampadina.
Lintensità della corrente e la resistenza sono due grandezze inversamente proporzionali.
Di quanto è maggiore luna, di tanto
laltra è minore e viceversa.
La relazione tra voltaggio (tensione), intensità di corrente e
resistenza si esprime con la legge di Ohm
secondo la quale: ad una tensione maggiore corrisponde
unintensità di corrente maggiore; ad una resistenza
maggiore corrisponde una intensità di corrente minore.
Questa legge è molto importante poiché consente di determinare
una delle tre grandezze, quando sono note le altre due.
Se indichiamo con V la tensione, con I lintensità e con R la resistenza, si ha la formula
I = V / R
Da essa si possono ricavare le altre due formule:
V = I x R
R= V / I
I GENERATORI DI CORRENTE ELETTRICA
I principali generatori di corrente elettrica sono: le pile, gli accumulatori, le dinamo e gli alterrnatori.
Pile e accumulatori sono generatori chimici: producono energia elettrica, a partire da quella chimica, in base a un processo simile a quello dell elettrolisi.
Le pile sono utilizzate per far funzionare radioline, giradischi, registratori, orologi elettrici, cineprese e, in generale, tutti gli apparecchi portatili, che funzionano indipendentemente dallallacciamento alla rete elettrica, e che non richiedono tensioni troppo elevate.
Negli accumulatori a piombo alcune lastre di piombo, alternate a lastre di biossido di piombo, sono immerse in acido solforico diluito con acqua distillata.
Nella fase di scarica laccumulatore eroga energia elettrica ottenuta dalla trasformazione di energia chimica: le lastre di piombo liberano elettroni che sono acquisiti dalle lastre di biossido. In questo processo lacido solforico si combina con il biossido di piombo dando solfato di piombo; quando tutto lacido solforico si è trasformato, laccumulatore smette di funzionare; si deve allora procedere alla sua carica, fornendo energia elettrica alle piastre (il processo chimico allora sinverte).
Nella pila, due elettrodi di metallo diverso sono immersi in una soluzione elettrolitica; lanodo è costituito da un metallo che tende a sovraccaricarsi di elettroni mentre il catodo è lelettrodo che tende a perdere elettroni; lo spostamento di elettroni dal catodo allanodo genera la corrente elettrica.
- Nelle pile in uso si è sostituita la soluzione (corrosiva e difficilmente trasportabile) con una sostanza gelatinosa resa compatta.
- Le pile in uso sono costituite da un catodo di carbone, posto al centro dellimpasto gelatinoso, circondato da un involucro di zinco che funziona da anodo; il tutto è rivestito da un involucro isolante e protettivo da cui escono solo le piastrine per il collegamento.
- Con il tempo lanodo di zinco si ossida diventando inutilizzabile: ecco perché le pile sono generatori limitati nel tempo (devono essere sostituite di frequente).
- Sono attualmente in commercio anche pile (pile al cadmio-nichel) che funzionano come accumulatori di piccole dimensioni, perché possono essere ricaricate.
POTENZA ELETTRICA
Lenergia elettrica si trasforma in altra forma di energia: luminosa (nelle lampadine), termica (nelle stufe), sonora (negli stereo).
Non tutti i dispositivi elettrici usano la medesima quantità di energia. Supponiamo di voler riscaldare una stanza usando lenergia elettrica: allo scopo userai una stufa elettrica che emette una maggiore quantità di calore di un asciugacapelli e che consumerà anche più corrente dellasciugacapelli funzionando per lo stesso periodo di tempo.
Quanta più corrente usa un apparecchio elettrico, tanto maggiore è lenergia elettrica che consuma. La quantità di energia elettrica consumata nellunità di tempo (secondo) si chiama potenza elettrica.
La potenza della stufa elettrica è maggiore di quella dellasciugacapelli poiché la stufa utilizza una quantità maggiore di energia elettrica al secondo rispetto all asciugacapelli.
La potenza si misura in watt (W). La potenza è il lavoro che si compie in rapporto al tempo che si impiega a compierlo; poiché il lavoro è energia, possiamo considerare la potenza come lenergia trasformata nellunità di tempo.
Perciò se una lampadina "consuma energia elettrica in ragione di 60 Joules al secondo, trasforma ad ogni secondo 60 Joules di energia elettrica in energia luminosa e in energia termica: ha quindi una potenza di 60W.
Più alto è il numero di watt, più
intensa è la luce emessa dalla lampadina e maggiore è
lenergia che consuma. Ununità di potenza superiore
al watt è il kilowatt (kW).
Un kilowatt è ununità di potenza uguale a 1000 watt,
ossia 1000 joule al secondo.